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(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 67

 

 

NEMICI NELL’OMBRA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Paladin trattiene il respiro mentre qualcuno entra negli uffici del Wai-Go Investment Group dove lui è venuto ad indagare. Quelli che rifiutano le proposte di questo fondo di investimento cinese tendono a fare una brutta fine e stavolta nel suo mirino c’è la Rand-Meachum Inc, la cui presidente è Joy Meachum, una buona amica di Paladin si può dire, ed oltre a questo c’è un onorario rispettabile per i suoi servigi.

            Appiattito contro una parete il mercenario hi-tech si prepara a fronteggiare i nuovi venuti ma questi entrano in un vicino ufficio.

            Paladin attiva un microfono direzionale incorporato nel suo elmetto e le voci risuonano nelle sue orecchie come se fossero a due passi da lui… peccato che parlino in Cinese e lui non capisca quasi niente di quello che dicono. Registra tutto, però, gli sarà sicuramente utile in seguito. Ora deve pensare ad uscire di lì e gli hanno lasciato poche alternative su quale strada usare.

            Apre lentamente una finestra ed esce sul cornicione. Queste acrobazie vanno bene per Devil non per lui, pensa. Rammentare Devil gli fa tornare alla mente anche Natasha Romanoff, la Vedova Nera, ma scaccia quel pensiero e si concentra sul lasciare alla svelta la sua incomoda posizione.

 

            Nel cuore verde di Manhattan e precisamente nell’arteria conosciuta come Park Avenue una navicella dello S.H.I.E.L.D. si ferma all’altezza della terrazza dell’attico di un condominio di lusso e subito dopo ne saltano fuori un uomo che indossa un costume rosso ed una donna che di rosso ha i capelli ed è inguainata in un’attillata tuta nera.

            La navicella riparte e i due entrano nell’attico.

-Non mi capita spesso di essere riaccompagnato a casa dopo aver contribuito a salvare il Mondo.- commenta Devil sfilandosi la maschera e rivelando il volto dell’avvocato cieco Matt Murdock –Anche se è casa tua, Natasha, non mia.-

-Qui è come se fosse casa tua, Matt, lo sai.- replica la Vedova Nera baciandolo.

-Sì, certo.- ribatte lui un po’ a disagio.

-Qualcosa non va? Non sarà per quella Elektra, spero.-

-Anche per lei, sì: abbiamo degli affari in sospeso io e lei… e poi c’è Foggy… spero che stia meglio.[1] Dovrei andare a trovarlo.-

-Lo farai… anzi: lo faremo insieme domani così ne approfitterò per far visita a Ivan.[2] Ora è tardi e siamo stanchi tutti e due, dovremmo riposarci un po’.-

            Natasha si sfila il costume rimanendo nuda e lancia uno sguardo malizioso al suo compagno dicendo:

-Ora intendo farmi una doccia e poi mi ficcherò sotto le lenzuola. Ti va di farmi compagnia?-

-Beh…- commenta Matt abbozzando un sorriso -… mi hanno fatto proposte peggiori.-

 

            Konnie Weiss si sveglia e la prima cosa che nota è King Lau ai piedi del letto intento nei suoi quotidiani esercizi di meditazione. Si sveglia sempre prima di lei, è una cosa a cui ha fatto l’abitudine da quando dormono insieme, che a sua volta è qualcosa che le continua a sembrare bizzarro.

            Fino a non molto tempo fa Konnie era Konrad Weiss, impresario teatrale poi, in circostanze che potremmo davvero definire bizzarre, la sua anima, o la sua coscienza, la sua essenza vitale, se preferite, ha occupato il corpo di una bella ragazza bionda di vent’anni mentre il suo vero corpo veniva ucciso. Ci ha messo del tempo ad accettare di essere un uomo in un corpo di donna ed alla fine si è adeguata alla situazione al punto da iniziare una relazione con King Lau e la cosa, dicevamo, le sembra ancora strana.

            Si alza e si avvicina al Coreano che interrompe i suoi esercizi e le sorride.

-Tutto a posto?- le chiede.

-Mi sentirei meglio se non fossimo costretti a stare sempre tappati qui.- risponde lei.-

-È necessario… almeno finché la Mano non avrà smesso di darci la caccia.-

-E tutto perché siamo amici di Elektra? È… ingiusto.-

-Come molte… troppe cose di questo pazzo mondo.- replica King abbracciandola –Ma cambierà… deve cambiare.-

-Ma quando?-

            Ma a questa domanda lui non sa rispondere.

 

 

2.

 

 

            È mattino inoltrato quando la ragazza dai capelli biondi si ferma davanti alle porte sbarrate del dojo di proprietà di Elektra Natchios. Un’ombra scura le attraversa il volto ma la cosa non dura più di un istante. 

            Dove possono essere? Si chiede. Al cellulare non rispondono e non sono nemmeno nelle loro abitazioni. Sono scappati in tutta fretta, ma dove? Deve trovarli ad ogni costo e possibilmente in fretta.

 

            Il Contrammiraglio Arkady Pavlovitch Bezukhov, vice capo del G.R.U.[3] riflette sulle informazioni appena ricevute e si chiede cosa fare.

-Siamo sicuri della correttezza di queste informazioni?- chiede al suo sottoposto davanti a lui.

-Al 100% signore.- replica l’uomo rimanendo rigido sull’attenti.

-Non ha molto senso.- commenta l’ammiraglio –Usare quel nome e fingersi Lituano proprio in questo momento, tanto valeva mettersi un bersaglio sulla schiena. I nostri “colleghi”…- mette nella parola un’evidente sfumatura di disprezzo -… del F.S.B,[4] cosa dicono?-

-Non molto… a parte confermare l’identificazione.-

-Bene allora… trasmettete loro la nostra conferma… e nient’altro. Che se la sbrighino loro.-

            Bezukhov si siede e sospira che gli uomini di Vladimir Menikov facciano i loro errori da soli, lui resterà a guardare e si godrà lo spettacolo.

 

            Nello spazioso ufficio di Joy Meachum, Presidente Esecutivo della Rand-Meachum, Paladin allunga le gambe appoggiandole sulla vecchia scrivania in legno di quercia, suscitando lo sguardo di disapprovazione di Jeryn Hogarth, avvocato della società, sguardo che lui finge di non vedere.

-… e questo è tutto quello che sono riuscito a sapere finora.- conclude.

-Peccato che tu non sia riuscito ad accedere ai files della Wai-Go o a capire cosa dicevano quei due dirigenti.- commenta Joy Meachum.

-Già… c’è da chiedersi il perché di un incontro dopo l’orario d’ufficio, peccato che tra i miei molti talenti non ci sia la conoscenza della lingua cinese.- ammette con rammarico il mercenario.

-Danny[5] conosce il Cinese.- interviene Hogarth.

-Già… peccato che Danny non sia qui.- replica Joy –Anzi, è un bel po’ di tempo che non dà sue notizie e noi dobbiamo agire subito.-

-Trovare qualcuno che conosce il Cinese non sarà difficile.- dice ancora Hogarth –Quanto ai computer della Wai-Go, temo…-

-Di quello posso occuparmi io.- interviene Paladin –Conosco un paio di hacker veramente in gamba ma vi avverto… non sono a buon mercato.-

-I soldi non sono un problema.- ribatte Joy.

-Joy...-

-Lascia stare, Jeryn: meglio perdere un po’ di soldi che la vita e l’azienda. Procedi pure, Paul… Paladin e mandami il conto.-

-Sarà fatto, bella signora.- replica Paladin sorridendo.

            Dopo che è uscito dall’ufficio Hogarth si rivolge a Joy:

-Ti fidi davvero di lui?-

-Completamente.- ribatte la ragazza –Paladin sarà anche una “pistola in vendita” ma ha una sua etica e non ha mai truffato un cliente.-

-Se lo dici tu, va bene. Avevo solo paura che tu ti facessi guidare da…cioè… scusa.- Jeryn è decisamente imbarazzato, rendendosi conto di avere appena fatto una gaffe ma Joy non sembra darci peso e replica:

-Dalle mie gonadi, volevi dire? Beh, ti capisco… a voi uomini capita spesso di ragionare con il vostro… apparato riproduttivo… in certe circostanze o sbaglio?-

            Hogarth si imporpora ancora di più e non replica.

 

 

3.

 

 

            Il nome scritto sui suoi documenti è Juliette Marlin ma non è detto che sia quello autentico. È indubbiamente una bella donna: lunghi capelli biondi, profondi occhi azzurri, un fisico ancora tonico. Assomiglia a Marlene Dietrich e questo non guasta. C’è stato un tempo in cui apparentemente faceva la cantante nei night club di Hong Kong ma in realtà era un agente segreto britannico. Uno dei suoi compiti era agganciare: l’agente cinese ed esperto di arti marziali di nome Shen Kuei, meglio noto come il Gatto. Fece il suo lavoro troppo bene perché si innamorò di lui ed insieme cercarono di tirarsi fuori dal vortice di tradimenti, inganni e pericoli che era la loro vita. Inutile dire che non fu un’impresa facile. Juliette rimase incinta e decise di lasciare la sua vecchia vita trasferendosi a New York. Purtroppo Shen Kuei non seppe o non volle chiudere con la sua attività di avventuriero e questo causò una frattura tra di loro, frattura che si acuì quando il loro figlio Marcus fu rapito da nemici dell’uomo e solo l’intervento dell’Uomo Ragno portò alla liberazione del bambino.[6] Da allora Juliette non ha più rivisto Shen Kuei e il solo contatto tra di loro è la somma che viene accreditata tutti i mesi in favore del piccolo Marcus.

            Se Juliette rimpiange la sua vecchia vita o sia contenta dell’attuale forse nemmeno lei lo saprebbe dire con certezza ma comunque ha poca importanza, perché oggi le cose per lei cambieranno… in peggio.

            L’auto dove lei e suo figlio si trovano è appena uscita dal garage del condominio nel centro di Manhattan dove abitano quando un’auto nera blocca loro la strada.

            Tutto accade in un attimo e forse è solo l’istinto dell’agente addestrato che a sì che Juliette spinga in basso il figlio evitando lei stessa una grandinata di proiettili che si abbatte sull’auto, la cui blindatura resiste a malapena.

            Quando gli spari cessano Juliette aspetta ancora qualche istante poi alza la testa. Gli assalitori sono scomparsi ma perché hanno aggredito lei e suo figlio? Chi era il vero bersaglio? Tutte domande a cui deve trovare risposta alla svelta.

 

            McKinley Stewart sa che forse sta facendo una sciocchezza: quando dei ninja agguerriti ti danno la caccia, non è una buona idea farsi vedere in pubblico, ma lui non è il tipo di starsene nascosto troppo a lungo ed aveva davvero voglia di assistere al match di pesi medi dilettanti che si svolgerà alla Palestra Fogwell, un luogo che gli ricorda glorie passate.           Si sta dirigendo verso l’ingresso della palestra quando ode una voce di donna:

-Mac sei davvero tu?-

            Voltandosi Mac spalanca gli occhi dalla sorpresa vedendo la ragazza dai capelli biondi raccolti a coda di cavallo che sta davanti a lui.

-Nina!- esclama abbracciandola –Che bello rivederti.-

-Piano Mac o mi romperai qualche costola.- lo rimprovera bonariamente Nina McCabe.

-Scusa… è che sono davvero felice che tu sia tornata. Eravamo tutti preoccupati per te. Sei riuscita a trovare Elektra?-

-Purtroppo no. Quando sono tornata a cercarvi eravate tutti spariti. Ho provato a cercarti qui perché sapevo che ogni tanto ci vieni a tirare di boxe.-

-il fatto è che… siamo bersagli di quei ninja che hanno addestrato Elektra.-

-La Mano?-

-Proprio loro. Credo che li abbia mandati chi ha incastrato Elektra. Deve odiarla parecchio.-

-Sì…- commenta Nina mentre il suo sguardo si fa cupo -… penso che tu abbia ragione.-

 

            Seduto su una sedia a rotelle Ivan Petrovitch sbuffa.

-Non mi piace questa cosa.- dice –Mi sento più invalido di quanto sia davvero.-

-Regolamento dell’ospedale Mr. Petrovitch.- replica l’infermiera dai capelli rossi –Dobbiamo tutelarci e tutelare i pazienti.-

-E poi Ivan…- interviene Natasha Romanoff -…non è che tu stia benissimo, hai subito una ferita molto seria lo sai?-

            Lo sguardo di Ivan va da Natasha all’infermiera il cui nome è Christine Palmer.

-Rosse.- borbotta –Le rosse saranno la mia rovina.-

            Natasha fa il suo primo sorriso allegro da settimane.

 

 

4.

 

 

            L’ultima cosa che Henry Huntington-White, Vice Console addetto al Consolato Generale del Regno Unito a New York, avrebbe voluto era che una donna arrabbiata piombasse nel suo ufficio chiudendosi poi la porta alle spalle con un tonfo.

-Cosa sta succedendo?- chiede senza mezzi termini, la donna.

-Questo dovrei chiedertelo io, Juliette.- ribatte l’altro senza scomporsi –Piombare qui senza appuntamento…-

-Oggi qualcuno ha cercato di uccidermi… o forse era mio figlio il bersaglio. Non sono sicura.- replica Juliette Marlin.

-Cosa? Quando?-

-Stamani mentre accompagnavo Marcus a scuola. Un’auto nera ci ha tagliato la strada e chiunque ci fosse dentro ha scaricato tutto il caricatore di un mitragliatore di ultima generazione. Credo che siamo salvi solo graie alla blindatura.-

-Incredibile. Idee su chi sia stato?-

-Speravo potessi dirmelo tu, non è il tuo lavoro?-

            Huntington-White sospira. In effetti lui è il responsabile per New York del MI6, il servizio di spionaggio all’estero del Regno Unito e non gli piace essere preso di sorpresa.

-Farò qualche telefonata. Potrebbero esserci di mezzo i Cinesi.-

-Tu scopri quello che puoi, quanto a me… mi darò da fare a modo mio.-

 

            Il nome con cui è conosciuto negli ambienti degli hacker è Corvo e dicono sia il migliore e Paladin lo sa molo bene. Quello che però lo sorprende quando si introduce in casa sua è il ritrovarsi con una pistola puntata alla testa e che ad impugnarla sia una bella ragazza dai lunghi capelli neri ed i lineamenti che tradiscono un’origine asiatica.

-Calma.- dice Paladin abbozzando un sorriso –Non ho intenzioni ostili.-

-E chi me lo assicura?- ribatte la donna –So chi sei: Paladin, un mercenario hi-tech in vendita la miglior offerente. Per quanto ne so, ti possono aver pagato per uccidere Philip.-

-Si rilassi, miss McPherson… non ho alcuna intenzione di uccidere il Corvo. Sono qui per chiedergli di fare un lavoretto per me… e comunque la sua pistola è inutile contro il mio elmetto corazzato.-

-Credo che abbia ragione, Ling.- interviene il giovane scarmigliato che si fa chiamare Corvo –Da quel poco che so di lui, Paladin non è certo un comune Killer.-

            La ragazza pare riflettere poi abbassa la pistola e si rivolge a Paladin:

-Come fa a conoscermi?-

            Paladin sorride mentre risponde:

-È il mio lavoro sapere certe cose: lei è Ling McPherson, responsabile della sicurezza della Stark Fujikawa. Philip Grant, detto il Corvo è un suo collaboratore… e qualcos’altro direi, ma non mi riguarda. Ho bisogno del tuo talento di hacker ragazzo. Accetti ancora incarichi free-lance?-

-Perché no?- risponde lui –Di che si tratta?-

-Di violare la sicurezza dei computer di una società cinese: il Wai-Go Investment Fund.-

-È una cosa illegale, lo sai?-

-Se non lo sapessi, non sarei qui. Pensi di farcela?-

-Amico, io posso farcela in meno temo di quanto a te ci vuole a chiedermelo ma perché dovrei?-

-Perché è una bella sfida, perché è ben pagata e perché aiuteresti una giovane donna in difficoltà ad evitare di essere uccisa.-

-Buone motivazioni. Beh… visto che Ling insiste che non mi allontani da qui, e che stavo cominciando ad annoiarmi, perché no?-

-E perché questa bella signora ti tiene segregato?-

-Hanno cercato di uccidermi qualche giorno fa… o forse volevano morta lei, non ne siamo molto sicuri,[7] ma nel dubbio…-

-Capisco… ha per caso a che fare col fatto che sei il figlio non più tanto segreto di Tony Stark? In ogni caso, hai una guardia del corpo che ti invidio.-

            Ling McPherson fa una smorfia mentre il Corvo continua:

-Se ti conosco bene e la tua cliente è bella quanto basta, scommetto che non sono solo i soldi il tuo incentivo.

 Raccontami di più su questa storia.-

            E Paladin fa un breve riassunto degli eventi delle ultime ore ed infine Philip Grant commenta:

-Bene… mi farà molto piacere rompere le scatole ad un’altra multinazionale cattiva. Mi metto subito al lavoro.-

-Hai con te la registrazione del colloquio di quei due dirigenti del Wai-Go?- chiede Ling.

-Certo.- risponde Paladin.

-Il mio Cinese è un po’ arrugginito ma forse potrei capire qualcosa.-

-Non rifiuto mai l’aiuto di una bella donna, Ling. Posso chiamarti Ling, non è vero?-

 

            La prima cosa che Nina McCabe si trova davanti entrando nell’edificio della palestra è la massiccia figura di un uomo di colore alto e grosso come un armadio. Anche se è vissuta nell’Iowa fino a pochi anni prima non fatica a riconoscere Luke Cage… che ha decisamente un’aria arrabbiata.

-Si può sapere che ti è saltato in mente Stewart?- dice puntando un dito al petto di McKinley Stewart, che in quanto a stazza non è da meno –Finché i killer della Mano ti danno la caccia non è il caso che tu te ne vada in giro da solo.-

-Beh, non mi è successo niente.- ribatte Mac –Forse quei tipi hanno rinunciato.-

-Non ci scommetterei.- Cage guarda verso Nina –Tu chi saresti, pupa? Non è un po’ troppo giovane per te, Mac?-

            Prima che Nina possa dire qualcosa, Mac interviene:

-Lei è Nina McCabe, un’amica di Elektra… e mia.-

-Bene, mi fa piacere che vi siate rivisti, ma adesso la ricreazione è finita, è ora di tornare a casa.-

-Ok…ma Nina viene con noi. Eravamo preoccupati per lei e sono certo che Konnie e King vorranno vederla.-

            Cage non è convinto ma sa di non poter far nulla al riguardo. Quanto a Nina, si limita a sorridere soddisfatta.

 

 

5.

 

 

            Juliette rientra nel suo appartamento e va diritta verso un quadro appeso ad una parete del soggiorno. Lo scosta rivelando una cassaforte a muro da cui trae una pistola Glock 17. Sperava che appartenesse ad un periodo della sua vita ormai passato, ma non intende restare ad aspettare che l’MI6 faccia qualcosa, deve agire lei stessa.

            Ha appena messo il revolver nella borsetta che suo figlio entra nella stanza.

-Mamma che stai facendo?- chiede.

            Juliette lo guarda imbarazzata.

-La mamma deve andar via per un po’.- risponde.

-Che bello, vengo con te?-

            Bella domanda. Non può portare il bambino in un zona piena di pericoli ma neanche lasciarlo da solo se saltasse fuori che è lui il vero bersaglio: è in un vicolo cieco. Se solo potesse affidarlo a qualcuno di cui si fida, ma non saprebbe a chi. Deve decidere in fretta.

 

            Fisicamente le due donne chiamate Figlie del Drago sono indubbiamente diverse: la flessuosa Colleen Wing ha lunghi capelli castano-rossicci, occhi blu e nelle sue vene scorre anche il sangue di nobili guerrieri giapponesi, Misty Knight, invece ha la pelle color caffe ed una pettinatura afro, ma se c’è un tratto che hanno in comune è sicuramente l’impazienza.

-Non ne posso più.- sbuffa Colleen –Non sono adatta a fare solo la guardia del corpo. Quasi vorrei che quei dannati ninja si decidessero ad attaccare.-

-Ti capisco.- replica Misty –Anch’io odio restarmene senza far niente, ma ho la sensazione che presto le cose cambieranno. È solo un presentimento ma ho imparato a non trascurare sensazioni simili.-

-Già… è quel genere di cose che nel nostro tipo di lavoro aiuta a restare vive. Cambiando discorso, notizie di Danny?-

-Finalmente sì: sta rientrando dalla Cina. Non mi ha detto molto di quel che è successo laggiù ma non deve essere stato piacevole.-

-E quando mai le cose lo sono per quelli come noi? Ha detto quando arriva?-

-Non lo sa di preciso: deve fermarsi a Los Angeles per una faccenda che riguarda Orson Randall ma è stato molto vago al riguardo. Dice che ne parleremo meglio quando ci rivedremo.-

-Beh spero che…-

            Colleen non finisce la frase, il rumore della porta d’ingresso che si apre distrae la sua attenzione e subito dopo ecco entrare Luke Cage seguito da McKinley Stewart e da una ragazza bionda che sembra molto minuta accanto ai due colossi.

-Hai trovato il figliol prodigo, vedo.- commenta Misty –E non è solo. Non dirmi che è per trovarti una donna che eri sparito, Stewart.-

-Ehi!- esclama la ragazza –Io non…-

-Calma, Nina.- ribatte Mac –Lei è la mia amica Nina McCabe.-

-La ragazzina scomparsa?- interviene Colleen –Dov’eri finita?-

            Nina e Colleen si scambiano uno sguardo con cui si misurano l’una con l’altra. La giovane bionda riconosce in lei una combattente esperta ma non all’altezza della sua maestra Elektra, ne è certa. Quanto a Colleen, percepisce qualcosa nella ragazza… qualcosa che la innervosisce.

            Alla fine è Nina a rompere il silenzio:

-Sono stata a cercare Elektra per conto mio… e non l’ho trovata.-

-Non mi sorprende.- commenta Misty –Ha alle calcagna le polizie di mezzo mondo e rimane ancora un fantasma.-

            Mac si chiede se è il caso di dire che pochi giorni fa ha ricevuto una visita della letale ninja greca[8] ma poi decide di tacere: Misty Knight è un’ex poliziotta e lui non vuole correre rischi. Innamorarsi di una come Elektra non è stata certo la cosa più saggia che poteva fare ma è quel che è accaduto e lui può solo andare avanti.

-Ho portato qui Nina perché credo che King e Konnie saranno felici di sapere che sta bene e vorranno vederla coi loro occhi.-

-E io voglio vedere loro.- afferma Nina.

 

            Il luogo è un famoso ristorante russo nel quartiere di Brighton Beach a Brooklyn. Buona cucina, servizio inappuntabile e prezzi adeguati a tutte le tasche. Gli occhi dei presenti si volgono tutti verso la donna che è appena entrata sia per la sua innegabile bellezza sia perché l’hanno riconosciuta e nei loro occhi si legge anche il timore che la presenza della famigerata Vedova Nera possa portare guai. Quanto al suo compagno, un uomo dai capelli rossi e gli occhi nascosti da occhiali scuri, coloro che si fermano ad osservalo forse provano un po’ d’invidia per lui, ma di sicuro notano il bastone bianco da cieco e qualcuno si chiede anche dove ha già visto la sua faccia.

            Mentre un cameriere li accompagna ad un tavolo, un uomo di mezza età ma decisamente in forma, con barba e capelli neri spruzzati di bianco, si alza da un tavolo e si dirige verso di loro tendendo una mano.

-Natalia Alianovna…- la saluta -… è un vero piacere vederti qui, è passato parecchio tempo dall’ultima volta che ci siamo incontrati.-

-Vero Aleksandr Vassilievitch…- risponde Natasha -… allora avevi ancora la divisa da generale ma vedo che ora preferisci atteggiarti a uomo d’affari. Ho sentito parlare dei tuoi successi.-

-Un altro tipo di battaglie, ma non meno dure, credimi. Ho sentito dei tuoi recenti guai nella Rodina[9] e volevo che sapessi che in Russia hai ancora un amico.-

-Non parliamone adesso.-

-Certo, certo.- l’uomo si volge verso Matt –Non credo che ci conosciamo. Mi chiamo Aleksandr Lukin e lei è l’avvocato Matt Murdock non è vero?-

-Non credevo di essere così famoso.- si schermisce Matt stringendogli la mano.

-Oh… lo è, mi creda. Mi è stato detto che se mi fossi trovato nei guai con le autorità durante il mio soggiorno nel suo paese, avrei dovuto rivolgermi a lei. Mi auguro che apprezzi la cucina russa perché stasera lei e Natasha siete miei ospiti.-

-Non posso permettertelo Aleksandr Vassilievitch.- replica la Vedova Nera.

-Sciocchezze, insisto. Ora scusate ma la mia… accompagnatrice… mi reclama. Godetevi la serata.-

            Lukin si allontana e Matt si china verso Natasha sussurrandole:

-C’è qualcosa in quell’uomo, qualcosa che mi è capitato di avvertire raramente e solo in gente come il Gufo e Kingpin: sotto quell’apparente gentilezza è duro come l’acciaio.-

-Un’accurata descrizione del Lukin che conoscevo un tempo. Ora non saprei. Forse dovremmo chiedere notizie alla mia aspirante sostituta. Li hanno visti insieme un paio di volte.-[10]

-E tu come fai a saperlo?-

-Mi piace tenermi informata, puoi chiamarla deformazione professionale se vuoi. Non ne sono stata sorpresa: Lukin ha sempre apprezzato le donne giovane e belle… come quella che è con lui stasera. Se non sbaglio è una delle modelle di un noto marchio di intimo femminile. Ma non parliamo di lui o di Yelena, Matt. Godiamoci questa serata. Sono felice che Ivan torni finalmente a casa… e anche che il tuo amico Foggy sia fuori pericolo naturalmente.-

            Matt si lascia sfuggire un sorriso mentre si siede davanti a lei poi le dice.

-Il telefono.-

            Ha anticipato lo squillo di appena un decimo di secondo e Natasha risponde subito:

-Sì sono io…. certo che mi fa piacere sentirti.-

            Grazie ai suoi supersensi Matt può seguire agevolmente la conversazione e capire che l’interlocutore di Natasha è un adolescente e che la sta invitando alla sua festa di compleanno… a Las Vegas. Natasha si sforza di nasconderlo ma è nervosa e Matt non può fare a meno di chiedersi perché. La Vedova prova a tergiversare ma alla fine accetta. Finita la conversazione si rivolge a Matt.

-Siamo invitati al compleanno del figlio di Harold Howard, sai chi è?-

-Solo chi è vissuto su Marte negli ultimi dieci anni non sa chi è il “Miliardario Fantasma”.- replica Matt –Tu come lo conosci?-

-Ho salvato il ragazzo dall’Hydra un paio d’anni fa[11] e lui si deve essere preso una specie di cotta.-

            Il battito cardiaco di Natasha ha cambiato ritmo. Mente… o è più esatto dire che non sta dicendo tutto. Ma perché? L’istinto dice a Matt che non è il caso di approfondire almeno per il momento. Piuttosto le chiede:

-Hai detto: “Siamo”, ma non ho sentito fare il mio nome.-

            Natasha sospira.

-Ho i miei motivi per non volerci andare da sola. Verrai con me allora?-

-Non è mai stato facile dirti di no, lo sai.- risponde Matt. E forse venendo con te capirò perché incontrare un ragazzino di appena 15 anni ti mette così a disagio, pensa.

 

 

6.

 

 

            Hong Kong, crocevia tra Oriente e Occidente, ancora oggi un luogo sospeso tra realtà e leggenda, un luogo in cui l’uomo di nome Shen Kuei, ma che chiamano il Gatto, si sta dedicando alla meditazione. I suoi sensi allenati da anni di avventure percepiscono il pericolo appena prima che si manifesti e gli consentono di evitare di essere ucciso.

Non sa chi siano i suoi assalitori ma non importa molto: si è fatto molti nemici durante la sua carriera dopotutto. C’è una cosa che i suoi nemici hanno dimenticato, però: chiunque lo ha sfidato ha perso e lui è ancora vivo. Mentre evita le pallottole come se si muovessero al rallentatore e fa altrettanto con i coltelli, ripensa all’unico uomo con cu si è battuto e che lo ha sconfitto: Shang Chi, ma Shang Chi era un degno avversario mentre questi sono uomini senza onore.

Prende per il bavero l’ultimo avversario rimasto e brutalmente gli chiede:

-Chi vi ha mandato?-

            La sola risposta è uno schiocco di denti ed un gemito strozzato. La bava alla bocca dello sgherro dice a Shen Kuei che chiunque sia il suo nemico è tanto spietato che i suoi uomini preferiscono suicidarsi piuttosto che farsi catturare o parlare. Questo nemico ha commesso un errore: lui è ancora vivo e lo sniderà dalla sua tana.

 

            Paladin osserva la minuscola chiavetta USB che contiene le risposte che cercava: ora ne sa decisamente di più sul Wai-Go Investment Fund ma quel che sa è più che abbastanza per renderlo inquieto.

            Non fa molto caso agli sguardi di chi lo vede entrare nel palazzo della Rand-Meachum ed è troppo assorto nei suoi pensieri perfino per fermarsi a flirtare con l’attraente receptionist. Si dirige agli ascensori e sale ai piani alti.

            Quando entra nel suo ufficio Joy Meachum gli chiede:

-Novità?-

-Un po’… e nessuna buona, temo.- risponde lui.

            Jeryn Hogarth, anche lui nell’ufficio, si lascia sfuggire un sospiro. Guai in arrivo, lo sapeva, ma perché Danny Rand è sparito proprio quando qui ci sarebbe bisogno di Iron Fist?

 

            Un jet privato atterra all’aeroporto internazionale di Los Angeles e ne scendono quattro uomini e tre donne. Due degli uomini sono occidentali: uno giovane e biondo ed un altro più anziano e calvo. Gli altri due uomini sono cinesi ed uno ha una stazza che farebbe sembrare magro un lottatore di sumo. Tutti e quattro vestono abiti occidentali e quello grosso sembra chiaramente a disagio mentre i suoi abiti sembrano sul punto di scoppiargli addosso. Delle tre donne una è bionda ed è evidentissima la sua somiglianza con il ragazzo; le altre due sono orientali, dimostrano meno di trent’anni e vestono il cheongsam, il tradizionale abito femminile cinese.

-Erano anni… no… decenni… che non mettevo piede negli Stati Uniti.- commenta l’uomo dal cranio rasato. Non ero sicuro che l’avrei fatto di nuovo.-

-Tu sei americano, però, non è vero John?- gli chiede la ragazza bionda.

-Di nascita sì, Miranda, ma per i primi vent’anni della mia vita ho vissuto in Tibet e spesso negli Stati Uniti mi sentivo straniero.- risponde John Aman, noto anche come Principe degli Orfani e con altri nomi.

-Una sensazione che ho provato anch’io dopo dieci anni a K’Un Lun.- aggiunge Daniel Rand, fratello della ragazza di nome Miranda –Solo dopo diverso tempo ho cominciato a sentirmi davvero a casa mia.-

-Quante storie.- ribatte l’uomo chiamato Cobra Grasso -Io ho viaggiato parecchio ed il mio nome è noto in molte città e nazioni.-

-Soprattutto nei bordelli e ristoranti scommetto.- replica la donna conosciuta solo come la Sposa dei Nove Ragni.

-Ah… non posso negarlo.- è la pronta risposta.

-Beh… signori e signori…- li interrompe Danny Rand mentre escono dal terminal -… benvenuti in Occidente.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Fine di un episodio sostanzialmente di transizione tra la fine di due saghe di ampio respiro e l’entrata nel vivo di nuove storie che mi auguro vi piaceranno ed in cui si rivedranno personaggi rimasti in ombra per troppo tempo e nuovi faranno il loro debutto.

            Ma ora, un po’ di indispensabili informazioni:

1)     Vista la sua rinnovata relazione con la Vedova Nera Devil farà spesso capolino in queste pagine, spero non vi dispiaccia.

2)     Sulla donna di nome Juliette non c’è molto da dire oltre a quanto detto nella storia… a parte che ha debuttato su Master of Kung Fu #38 (In Italia su Shang Chi, Corno, #28). Il disegnatore Paul Gulacy aveva (ed ha ancora a quanto ne so) il vezzo di dare ai suoi personaggi il volto di attori famosi e per Juliette scelse quello della leggendaria attrice tedesca Marlene Dietrich, nota soprattutto per i suoi ruoli di donna fatale o dark lady che dir si voglia. In omaggio a questa scelta, visto che il suo non è mai stato rivelato, le ho affibbiato il cognome Marlin.

3)     Philip Grant, alias il Corvo, è un personaggio creato da Len Kaminsky & Kevin Hopgood su Iron Man Vol. 1° #299 (In Italia su Iron Man Vol. 2°, Marvel Italia, #5). È stato il sottoscritto a rivelare che è il figlio che Tony Stark ha avuto quando aveva appena 17 anni e di cui fino a poco tempo fa ignorava l’esistenza. È un hacker abilissimo ed un mago del computer, una sorta di via di mezzo tra Julian Assange e Bill Gates.

4)     Aleksandr Lukin è un oligarca, ovvero un capitalista russo (ed è interessante notare che qualche decennio fa quest’espressione sarebbe stata un ossimoro -_^) creato da Ed Brubaker & Steve Epting su Captain America Vol. 5° #1 ed introdotto in MIT dal sottoscritto su The Others #25. Nella nostra continuity è stato membro del Progetto Remont, una cospirazione che intendeva restaurare l’Unione Sovietica ma se ne è tirato fuori e nessuno è al corrente del suo coinvolgimento. Attualmente ha fatto rivivere l’organizzazione spionistica del Teschio Rosso degli Anni 50, un impostore al servizio dei Sovietici, che dirige segretamente proprio dietro l’identità di quel Teschio Rosso. In tali vesti si è scontrato più volte con i Vendicatori Segreti.

5)     Nota di continuity: gli eventi degli ultimi due episodi e dei primi tre capitoli di questo riguardanti la Vedova Nera e Devil si svolgono subito dopo gli eventi narrati nei primi due capitoli di Devil #65. Quelli dai capitoli 3 e 4 sono sostanzialmente contemporanei a Devil #65 e quelli del quinto capitolo sono successivi sia al resto di Devil #65 che a Devil #66.

Nel prossimo episodio: Paladin deve affrontare un nemico insidioso Juliette torna in azione e Nina McCabe prende una decisione. Tutto questo e molto altro ancora.  Non mancate.

 

 

Carlo



[1] Franklin, “Foggy”, Nelson, il miglior amico di Matt è rimasto seriamente ferito in un incidente come narrato in Devil MIT #64/65.

[2] L’anziano mentore della Vedova è rimasto ferito nell’episodio #56.

Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direttorato Centrale Informazioni, il Servizio Segreto delle Forze Armate Russe.

[4] Federal'naya sluzhba bezopasnosti, Servizio Federale di Sicurezza della Federazione Russa

[5] Daniel Rand alias Iron Fist.

[6] Avvenne su Peter Parker: Spider Man Vol. 1° #81 (In Italia su Uomo Ragno, Marvel Italia, #242).

[7] Come visto su Iron Man MIT #55.

[8] Nell’episodio #58.

[9] Madrepatria in Russo.

[10] Si riferisce a Yelena Belova, membro dei Vendicatori Segreti.

[11] In un fantasmagorico crossover tra Marvel Knights #15, Justice Inc. #4 e Villains #10